Materiali evento Dialoghi per l’innovazione#1 Bioeconomia

Il 19 giugno 2023 nella prestigiosa cornice di Villa Contarini Camerini la Regione del Veneto ha presentato InnovatiVE Veneto, l’iniziativa integrata per comunicare la strategia di specializzazione del Veneto 2021-2027. Si è inoltre tenuto il primo appuntamento dei “Dialoghi per l’innovazione”, format che sarà replicato su tematiche diverse per animare il percorso partecipativo S3 con il territorio. Il primo Dialogo è stato dedicato alla missione strategica #bioeconomia.

Roberto Marcato, Assessore allo Sviluppo economico, Energia, Legge speciale per Venezia ha ufficialmente aperto la giornata lanciando InnovatiVE e descrivendo cosa rappresenta l’iniziativa per la Regione.

Il dott. Santo Romano, Direttore Area Politiche economiche, Capitale umano e Programmazione comunitaria ha proseguito la sessione istituzionale approfondendo il concetto di strategia di specializzazione intelligente (S3) come linea di indirizzo per affrontare le sfide globali e per guidare le policy regionali. La Direttrice della Direzione Ricerca Innovazione e Competitività energetica, dott.ssa Rita Steffanutto, ha quindi illustrato il brand InnovatiVE e le relative campagne di comunicazione. InnovatiVE infatti è marchio di innovazione che vuole contraddistinguere ciò che rende innovativo il Veneto. Il pittogramma, che rappresenta in maniera stilizzata i fili dell’innovazione (e dei sei ambiti di specializzazione intelligente) che si uniscono per formare l’immagine del Veneto, racchiude i valori del brand: territorialità, forte collaborazione tra i protagonisti dell’innovazione, interdisciplinarietà. . Il dott. Mario Bonaccorso, Direttore di SPRING il Cluster italiano della Bioeconomia circolare, ha aperto la sessione analizzando il posizionamento italiano rispetto al tema della bioeconomia.

Sette casi sono stati quindi presentati per illustrare diverse modalità di applicazione delle tecnologie legate alla bioeconomia in contesti industriali e in ambito di ricerca applicata.

Il dott. Fabrizio Stella, consigliere di amministrazione di Femogas S.p.A., ha presentato il caso del Polo Agro-industriale di Schiavon (Vicenza), che rappresenta il più grande impianto di produzione di biometano da reflui zootecnici d’Europa. L’impianto è anche un modello virtuoso di agroecologia e compartecipazione. Sono, infatti, gli allevatori di 117 aziende agricole locali che lo alimentano quotidianamente con 360 tonnellate di letame, liquami bovini e pollina. Ogni anno l’impianto produce 7 mila tonnellate di biometano, quantità sufficiente a soddisfare il fabbisogno annuale di 200 automezzi pesanti che percorrono 100.000 chilometri ciascuno. Il prof. Nicola Frison, ricercatore del Dipartimento di Biotecnologie dell’Università degli Studi di Verona, si è collegato al precedente intervento, fornendo diversi esempi di possibile valorizzazione dei residui agricoli e di allevamento verso nuovi prodotti bio-based quali ad esempio fonti proteiche alternative, precursori chimici, bioplastiche e recupero fertilizzanti. Sono stati inoltre presentati anche altri casi di recupero di scarto di altri settori industriale (lavorazione carne e cartiere). Il dott. Elvio Bonollo, consigliere di amministrazione di Distillerie Bonollo Umberto Spa, ha presentato diversi esempi di impiego e valorizzazione della vinaccia, dopo l’ottenimento della grappa, per ricavare preziosi sottoprodotti tra cui i vinaccioli che vengono impiegati per ottenere polifenoli di elevato pregio qualitativo. Ricchi di proprietà antiossidanti, infatti, vengono utilizzati nel settore della nutraceutica. Si è quindi sviluppata in azienda una divisione dedicata che produce un integratore alimentare (Ecovitis®) per migliorare la funzionalità del microcircolo. La prof.ssa Elisa Moretti, ricercatrice del Dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi dell’Università Ca’ Foscari Venezia nella sua presentazione ha anch’essa illustrato un caso di valorizzazione dello scarto ultimo della lavorazione del vino. Questa volta per la produzione di celle fotovoltaiche a colorante organico (DSSC), un impiego perfettamente sostenibile a livello ambientale e anche etico perchè non vengono impiegati prodotti agricoli potenzialmente utilizzabili come alimenti ma scarti della produzione che costuirebbero un costo per le imprese. Il dott. Massimo Neresini, Amministratore Delegato di Sicit Group Spa, ha invece presentato i risultati di un progetto finanziato dal Mise e da Regione del Veneto per lo studio e messa a punto di prodotti innovativi derivati da scarti della produzione del settore conciario per la produzione di biostimolanti per il settore agricolo, ritardanti e altri prodotti a base di aminoacidi e peptidi per il settore industriale. Ci siamo quindi spostati dal settore agricolo a quello della mitilicoltura con il dott. Stefano Benetton, Presidente del Consorzio Rete Po di Levante. Una delle sfide ambientali più difficili da risolvere infatti è rappresentata dai rifiuti di conchiglie, considerati per la maggior parte inutili e scaricati su terreni bonificati o nelle acque costiere. Rete Po di Levante recupera i gusci di scarto della molluschicoltura nell’area del Delta del Po lavorando le polveri ottenute per produrre dei compound dove l’ingegnerizzazione del materiale e la provenienza del filler hanno sede in un’area compresa tra le province di Venezia e Rovigo. Ha chiuso la sessione Franco Bonollo, professore ordinario del Dipartimento di Tecnica e Gestione dei Sistemi Industriali dell’Università degli Studi di Padova. Nella sua presentazione il prof. Bonollo ha spiegato come sia sempre più necessario integrare competenze e partnership diverse e multidisciplinari per affrontare la complessità delle grandi sfide di oggi, tra le quali quella della transizione ambientale. Le soluzioni sono quindi da ricercare nel consolidamento di network e reti qualificate. Da qui l’esempio della piattaforma europea Raw Materials, della rete innovativa regionale SINFONET e dell’iniziativa iNEST.

Di seguito i diversi contributi video e i materiali scaricabili.