INNOSAP: una RIR flessibile e innovativa, ma legata alla sua terra

Sebbene INNOSAP sia la rete che si occupa del comparto agricolo e agroindustriale ha l’occhio sempre rivolto alle innovazioni e alle opportunità per far crescere i propri settori. Il dott. Stefano Marabotto ci spiega come.

Dott. Marabotto, cos’è e cosa rappresenta la RIR INNOSAP?
INNOSAP è un’aggregazione strutturata ma flessibile, costituita da più di 100 fra imprese private (PMI e Grandi Imprese) e Centri ricerca pubblici e privati, attivi nel territorio della Regione Veneto, che operano nel comparto agricolo, agroindustriale e nell’indotto, con l’obiettivo di sviluppare sinergie con cui facilitare la realizzazione di iniziative e progetti di non facile ideazione ed esecuzione, a causa di vincoli e limiti economici, strutturali, gestionali,
organizzativi.
INNOSAP è, prima di tutto, un incubatore di progetti innovativi che prevedano, attingendo o meno a Bandi di finanziamento, l’implementazione di formule di innovazione incrementale e strutturale, che si traducano in nuovi
prodotti e servizi, in nuovi segmenti di mercati globali da raggiungere, nell’adozione di nuovi schemi certificativi.
INNOSAP è anche facilitatore di relazioni orizzontali e verticali, fra soggetti differenti, istituzioni incluse, e promotore dello sviluppo ed integrazione delle filiere, dei distretti e i biodistretti le cui norme sono di recente approvazione
affiancati ad interventi di formazione professionale continua per lo sviluppo della cultura d’impresa ed organizzativa.


Dopo alcuni anni di attività quale bilancio può fare?
Il bilancio è estremamente positivo, anzi, per noi anche superiore alle aspettative. Da almeno un paio d’anni sono le imprese e i Centri Ricerca che ci contattano dicendoci: abbiamo un’idea di nuovo prodotto, vorremmo diventasse un
prototipo, ci potete aiutare a capire se possa avere un mercato? Oppure, cerco formule di business innovative, mi mettete in contatto con qualche Centro che faccia sperimentazione tecnologica nel mio settore? Oppure, ho un’elevata propensione all’innovazione ma ho bisogno di trovare formule di finanziamento pubblico di supporto, mi potete supportare? INNOSAP è sempre più diventata un facilitatore alla diffusione della cultura legata alla competitività delle imprese e un moltiplicatore dell’innovazione.

Qual è stata la sfida più importante che avete dovuto affrontare?
Nella fase iniziale, la sfida più importante è stata sicuramente legata ad un cambio di mentalità: far capire che una RIR ha delle proprie specificità e che può arrivare a risultati non raggiungibili da aggregazioni non stabili di soggetti.
Inizialmente non neghiamo un certo scetticismo, ma il tempo e i risultati ci hanno dato ragione e visibilità, in un piacevole effetto-volano che ha aiutato la raccolta di nuove adesioni, contatti da parte di media locali interessati a dare copertura alle nostre iniziative, contatti da parte di associazioni datoriali e istituzioni locali. Specialmente ora dove le difficoltà vedono le aziende sempre più rivolte ad investimenti mirati e strategici per affrontare le loro sfide il ruolo di INNOSAP risulta essere fondamentale per poter intercettare tutte le opportunità di bandi regionali, interregionali e nazionali.
Considerando che il nostro settore d’azione è l’agricolo, l’agroalimentare e dell’indotto, non abbiamo rilevato particolari criticità causate dalla pandemia e il 2020 e 2021, anni difficili per altri comparti, si sono invece chiusi con risultati favorevoli per la grande maggioranza delle nostre imprese.
Stiamo invece vivendo con grande apprensione questo inizio di 2022 che si sta caratterizzando per l’aumento esponenziale dei costi energetici e delle materie prime e delle conseguenze negative, ancora non quantificabili in termini di caduta della domanda e difficoltà di approvvigionamenti, collegate agli eventi bellici che riguardano il fronte ucraino e il blocco dell’economia russa. Le nostre imprese vivono con grande attenzione, ma con un approccio proattivo per minimizzare gli effetti di questa instabilità che si preannuncia come un fattore strutturale dei prossimi anni. Per esempio un importatore ucraino di olio d’oliva, uno dei principali intermediari commerciali per una delle imprese olearie nostre associate, ha dato notizia di aver ovviamente sospeso fino a data da destinarsi le importazioni di olio .

Un’altra imprese vitivinicole segnalano già un impatto negativo collegato al blocco dei pagamenti di tutte le consegne già avvenute fra febbraio e marzo a catene di ristoratori e GDO russe, uno dei principali Paesi di sbocco delle loro bottiglie. La caduta dei livelli di liquidità (anche connesse ad innegabili maggiori costi energetici e nella supply-chain) comporta da parte delle imprese il blocco di investimenti che si programmavano per quest’anno, il fermo delle
assunzioni previste e molte altre formule di risparmio a breve raggio. Manteniamo comunque alto il livello di attenzione.


Com’è valuta il rapporto tra i membri della rete? Sono aumentate le collaborazioni tra imprese e imprese e strutture di ricerca grazie alla rete?
Il rapporto fra soggetti è diventato, nel tempo più intenso e strutturato. I Partner si parlano non più solo tramite nostro ma anche direttamente e l’effetto si vede dalle pubblicazioni scientifiche realizzate grazie alla collaborazione
fra centri ricerca e aziende; nell’effetto indotto che deriva dall’implementazione di tecnologie e innovazioni che abbiamo promosso anche noi.

Quanto aiutano le iniziative regionali nello sviluppo della rete? Quali opportunità sono nate?
Le iniziative regionali (bandi pubblici; webinar; corsi di formazione online; proposte di partnership internazionali etc) sono essenziali per vivacizzare la nostra operatività. Da queste, sono nate, per esempio, iniziative commerciali che
investono Dubai; relazioni e partecipazioni a partenariati in progetti INTERREG; allestimenti in co-standing fra imprese diverse presso alcune Fiere internazionali di settori etc. Da segnalare anche il ritorno per le imprese di servizi che
lavorano nell’indotto.